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PERCHÉ LE API STANNO SCOMPARENDO?
Le cause principali della moria di api esposte dai mass media sono: i pesticidi e i trattamenti agricoli in generale, i parassiti, la mancanza di habitat, l’inquinamento delle fonti nutrizionali o la loro scarsità. Una lunga serie di cause, ma come altra causa manca l’apicoltura.
Perché l’apicoltura e l’apicoltore sono una delle cause fondamentali per il declino delle api?
Assistiamo ormai da anni a una denuncia da parte delle autorità, dei mass media e da parte degli apicoltori sulla scomparsa delle api e di tutti gli altri insetti impollinatori; vengono indicati come i principali colpevoli di questa strage l’uso indiscriminato di pesticidi neonicotinoidi.
Tra le varie accuse perdiamo di vista tutti gli altri colpevoli che possono creare danni ancora maggiori a lungo termine.
Ormai dal 2019 i principali neonicotinoidi sono dichiarati illegali, ma crediamo realmente che se un giorno smetteranno di usare i pesticidi le colonie non avranno più problemi?
Possiamo affermare che oltre ai pesticidi abbiamo altri fattori di cui nessuno parla.
Mancanza di habitat
Si traduce in ambienti poveri di nutrienti, di fiori e di quello che le api hanno più bisogno. Le nostre terre, ormai invase dalle monoculture come i vigneti del Piemonte e del Veneto e le piantagioni di mele del Trentino non sono più ambienti adatti alla vita degli impollinatori, che si traduce paradossalmente alla fame di questi esseri impollinatori. Da anni ormai le associazioni di apicoltura denunciano produzione di miele bassissima, ma veramente questo è il compito delle associazioni di categoria? O dovrebbero proteggere le api attraverso programmi dedicati? Sono ormai anni che le perdite delle colonie e la loro salute sono importanti solo quando si tratta di ricevere i fondi dedicati, ma abbiamo mai visto un miglioramento? No, anzi la situazione diventa di anno in anno ancora peggiore offrendo più terre all’agricoltura selvaggia che oasi per gli impollinatori.
L’apicoltura industriale
L’apicoltura razionale è ormai industrializzata e finalizzata alla produzione di miele. I suoi processi gestionali implicano il quasi più totale controllo sulle colonie di api e uso di tecniche per invogliare il raccolto di nettare. L’apicoltore è una delle principali cause nel declino delle api attraverso:
– Uso di arnie industriali
– Nomadismo
– Apiari affollati
– Uso di ibridi
– Stimolazione nutrizionale
– Uso di fogli cerei
– Uso di trattamenti
Gli apicoltori non possono accusare chi usa trattamenti in campo per salvare le sue colture e il suo reddito quando l’apicoltore stesso usa trattamenti chimici dentro l’alveare. Vero, esistono tante malattie delle colonie e vanno curate, ma abbiamo mai pensato che gran parte di loro è dovuta a come si trattano le colonie ?
Un esempio classico è la varroa: parassita che sfrutta la covata per riprodursi e che l’apicoltore aiuta quando stimola artificialmente la regina a deporre per poter produrre miele.
Possiamo definire l’apicoltura razionale come una pratica tossica e insostenibile nel tempo per sfruttare le colonie di api nella produzione di miele. L’uso delle arnie razionali con volumi doppi rispetto ad un alveare naturale, l’uso del foglio cereo con i suoi inquinanti tossici, la nutrizione artificiale per aumentare la grandezza delle colonie e l’uso di trattamenti chimici possono veramente salvare le api?
Sono veramente gli apicoltori i custodi delle colonie?
Forse si dovrebbe fare un passo indietro e accettare il fatto che, come tutti gli allevamenti industriali di animali, le api vengono sfruttate per i loro prodotti.